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Il motivo per il quale non abbiamo scelto il sito dove andrà a collocarsi il nostro intervento progettuale deriva dalla forte convinzione che sia inopportuno, oltreché forzato, imporre alla comunità dall'alto, dall'esterno, la collocazione di edifici che possono risultare così carichi di significati e di aspettative per gli abitanti.
 
Saranno loro stessi, ancora una volta, a discutere e decidere quale o quali saranno i luoghi adatti ad ospitare loro con queste specifiche attività. Non si può imporre dall'alto un sito che propone una "riqualificazione" dal basso, ogni momento, ogni fase del processo sarà pensato, discusso, partecipato e voluto dagli abitanti del quartiere La Mina.
 
E' forse possibile pensare che il luogo rappresenterà una "dominante simbolica ed ideologica", oltrechè "ambientale" e sarà il frutto di una scelta ponderata ed infine voluta dalla comunità. Non può essere dunque compito del pianificatore scegliere, egli può "solo" facilitare l'emergere di esigenze che sono nella popolazione e cooperare con essa indicando alcuni luoghi che possono essere adatti all'incontro ed alla discussione in merito alla scelta del luogo.
 
Questi possono essere rappresentati da ex-fabbriche, aree dismesse che conservano un forte valore per la comunità, da aree inserite nei grandi blocchi abitativi- edilizi, e così via.
 
Per tutti questi motivi ci è apparso opportuno lasciare momentaneamente "irrisolta" la questione della localizzazione dell'edificio.
Esso si colloca infatti, in un progetto di riqualificazione umana, prima che urbana, di ben più ampia scala.