Il lavoro di progettazione si è basato essenzialmente sull’analisi dello spazio espositivo della Frumentaria e sull’analisi approfondita delle opere di Eugenio Tavolara.
“ La mostra ha affinità con lo spettacolo, anche in questo linguaggio visuale; e come lo spettacolo necessita di un tema chiaro, definito e conchiuso e di un ordinamento che ne proporzioni le parti, le congegni e le concluda, come la regia le azioni di una commedia.” (da Le mie esperienze di architetto nelle esposizioni in Italia e all’estero, Franco Albini, Casabella Gennaio 2005)
Il tema della mostra emerso dalla analisi della biografia dell’artista, dalle collaborazioni tra l’artista ed altri artisti dell’isola e della penisola, e dalla collaborazione sua con centinaia i artigiani che realizzavano i suoi disegni e producevano manufatti di grande qualità.
Lo stesso dibattito in corso sulla finalità di un Ente denominato I.S.O.L.A. e sulla attuale proposta politica di interrompere il ruolo di questo ente così come è spinge alla riflessione.
Lo stesso fatto però che un artista come Tavolara sia riuscito a far collaborare artisti d artigiani in una terra la cui indole è di “chentu concas e chentu berrittas” fa pensare a quanto altro fosse Eugenio Tavolara oltre ad essere artista.
Il tema che ne scaturisce è proprio Tavolara artisti ed artigiani: manufatti di Sardegna .
In tal modo si è voluto costruire un percorso che “narri” il rapporto che Tavolara ha instaurato con artisti Sardi ma anche del “Continente”, delle collaborazioni artistiche nate in un periodo particolare come quello che è a cavallo delle due guerre mondiali,