“Specifico e mediatico - Tracciare una mappa, segnalare un percorso, individuare un dominio, disegnare dei confini, è il compito del geografo, del cartografo e dell'urbanista , e quando l'architetto si misura con l'organizzazione museale ritrova lo stesso impegno: tracciare percorsi, confini, segnalare, indicare, gerarchizzare… La mappatura si trasferisce nel museo come sistema di segnali, di comunicazione mirata all'orientamento, alla individuazione, spiegazione e comprensione delle cose esposte” (I limiti del museo, Alessandro Rocca, Università di Bologna, p.25)
Lo spazio allestitivo ha un andamento tematico.
Sposando l’idea che conveniente sarebbe utilizzare “strumenti indirizzati alla costruzione di itinerari guidati alla conoscenza dell’autore, del periodo, delle tecniche, dell’iconologia e così via in grado di preparare adeguatamente, in termini conoscitivi, l’incontro con gli originali” (in A.Huber, Il Museo italiano, Edizioni Lybra immagine, Milano 1997, articolo di Sergio Polano, Musei prossimi venturi, p.11) l’introduzione alla esposizione prevede la conoscenza di Tavolara artista, del rapporto che egli ha instaurato con altri artisti sia in Sardegna che nella penisola, del contesto storico in cui è vissuto e da cui ha attinto culturalmente ed artisticamente stimoli continui di riflessione e del ruolo che egli stesso era consapevole di interpretare. Egli stesso scrive in una lettera datata 13 febbraio 1933 a Nicola Valle “metti in rilievo il mio sforzo per introdurre in Sardegna un rinnovamento nello stile, con qualche andamento “’900” da me eseguito …”.
Questa prima sala è denominata L’Artista e il suo tempo. Collaborazioni artistiche
L’allestimento di questa sala si basa su scaffali modulari in possesso della Frumentaria chiusi su due lati per supportare pannelli didattici visivi in plexiglass e supporti in plexiglass e passpartout per i disegni e le lettere originali.
Tali scaffali sono completamente rivestiti di lino bianco ignifugo.
La seconda sala denominata Testimonianze , propone interviste ad artigiani che lo hanno conosciuto, filmati di repertorio sul suo rapporto con gli artigiani, il suo ruolo di docente nei corsi di formazione che teneva, il rigore ed il perfezionismo che pretendeva dalle produzioni degli artigiani ed il grande rispetto che nutriva per il loro lavoro.
I supporti di questa sala sono audio visivi: 3 schermi proiettano immagini relative a questi argomenti con sovrapposizioni di suoni, immagini e interviste.
Per le sedute si prevedono tre grandi panche in possesso della Frumentaria delle dimensioni di 3,40 per 0,60 cm .
Dopo queste 2 sale che vogliono essere di informazione si entra nella grande piazza della produzione dei manufatti.
L’importanza che si vuole attribuire al lavoro dell’artigiano è tradotto nella soluzione allestitiva che pone su una grande teca il telaio utilizzato da tessitrici per tutta la durata della temporanea.
Siamo nella sala denominata Il lavoro artigiano. Tessuti. Tappeti. Arazzi.
Da questa grande piazza si accede a tutte le altre sale che sono la Sala dei pupazzi, la Sala delle ceste, la Sala dell’impegno civile: bassorilievi e sculture e la Sala sul ruolo di I.S.O.L.A..
L’intento è quello di non creare percorsi preferenziali se non all’ingresso. Il resto dell’esposizione è percorribile in tutti i sensi possibili con la possibilità di ritornare sempre nella grande piazza centrale.
Tutte le sale presentano la stessa organizzazione.